lunedì 9 luglio 2012

L'ultimo post

No, non mi ero scordato di te (parlando al blog), né di voi (pochi irriducibili che non avevate niente di meglio da fare che seguire questo blog), né del mio proposito iniziale (un blog a termine: i mesi dell'Erasmus e ya està).
Come avrete notato, in questi ultimi mesi il blog è andato in modalità stand-by. Appeso alle vicissitudini burocratiche dell'arto più incancrenito dell'Università italiana: gli Uffici Erasmus.
Finalmente, il fascicolo dello studente Francesco Bonaduce è approdato al Consiglio di Facoltà, il quale (all'unanimità e sotto scroscianti applausi - almeno così mi piace immaginare la scena) ha approvato la conversione degli esami (23 crediti, 3 esami: due trenta e un ventotto).
Dire che tutto ciò che è stato, quello che ho scritto, che voi avete vissuto con me leggendo i post di questo Diario di bordo di uno studente Erasmus, si risolva con un atto della Facoltà di Giurisprudenza di Perugia, un gruzzoletto di crediti, qualche buon voto e l'inchiostro fresco sul mio libretto universitario, è piuttosto riduttivo.
Ma, a questo punto, a mesi dal mio ritorno in Italia, aggiungere altro mi sembra inopportuno.
Dire come sto ora, come mi sento ripensando ai mesi a Zaragoza...ho già detto tutto. E poi, mica posso pensare a tutto io!? Se siete stati in Erasmus lo sapete già. Se state finendo ora l'Erasmus (leggo, sento, vedo che tutti i miei compagni d'avventura stanno via via tornando a casa) sono con voi, animo! Se non ci siete stati: che cosa state aspettando?! Partite. Punto e basta. Divertitevi, sentitevi prima in paradiso e, una volta tornati, all'inferno. Ma è un bell'inferno, tutto sommato.
Un'ultima cosa soltanto. Scrivere questo blog è stato un'esperienza entusiasmante. La ciliegina su di una torta già di per sé meravigliosa.
Propositi per il futuro: trovare il modo di continuare ad entusiasmarsi.
A risentirci, su queste o altre frequenze.

lunedì 2 aprile 2012

Pesce d'aprile: lo spettro burocratico


Quei simpaticoni là (F. & S.) si sono presi due sonori “vaffa...!” per il loro pesce d'aprile. Fortunatamente il panico è durato pochi minuti. Rileggendo la mail giuntami dall'Unipg, nel bel mezzo di una domenica pomeriggio (già assurdo di per sé), c'erano molte cose che non tornavano: tra Decreti Rettorali d'urgenza, proposte di risarcimento in diretta, ma, su tutte, il fatto che l'Unipg mi contatta non su libero (l'unica mail che ho fornito all'università) ma su Gmail...peccato, è stato questo a farmi scovare l'inghippo...altrimenti un bello spavento.
Ero già sul piede di guerra, pronto ad andare a mettere a fuoco e fiamme l'ufficio Erasmus della nostra bella università!
Fosse stato vero che mi avevano perso dei documenti (meglio, come recita la mail farlocca: “parte del Suo fascicolo risulta non leggibile”) cosa sarebbe successo?
Innanzi tutto, l'ennesima incazzatura per questa esperienza che, se dal punto di vista umano, culturale, sociale, linguistico e bla bla bla è senz'altro inarrivabile, dal punto di vista burocratico, istituzionale e contorni vari è una vera e propria barzelletta.
Per chi ha visto Le dodici fatiche di Asterix e Obelix...che immagine rappresenta meglio la scalata burocratica per l'agognato biglietto A/R per Erasmus se non la scena nel palazzo dei matti e che fa impazzire per ottenere il lasciapassare A38!? (o era A28 o B38?? ...ecco, già son matto!).
E ripenso, così di getto, ma in ordine: alle file in attesa fuori dall'ufficio erasmus di facoltà per qualche informazione sulle destinazioni (un'oretta di fila per una chiacchierata di 5/10 minuti); alle ore perse ad imparanoiarmi al computer per compilare quella maldita domanda di iscrizione al bando (il terribile inserimento degli esami già effettuati, con relativa valutazione, e il temibile numero di crediti maturati...e ancora: “ma gli esami che vado a fare lì, li devo scrivere in italiano, in spagnolo o in inglese? E, soprattutto, come faccio a sapere quali sono?” - risposte vaghe, fumose...andiamo a culo insomma!); nuove code, nuove attese, tante ore agli uffici centrali per riunioni informative (utili e non...); e ritorniamo in facoltà, altre ore per il colloquio informale per la destinazione definitiva; tantissime ore agli sgoccioli, pochi giorni prima della partenza, nel lungo e stretto corridoio dell'Ufficio Erasmus insieme a “quelli di Alicante” (giornata fatidica) per scoprire che era il giorno dedicato a loro e basta...e quindi, altro giorno, altra coda; l'iscrizione al corso di lingua in Italia; l'ultima, la più estenuante e irritante coda all'Ufficio centrale per consegnare il fascicolo completo da inviare a Zaragoza (dico solo: un'ora e mezza di ritardo nell'apertura dell'Ufficio – più la coda canonica, ma su quella ormai c'avevamo tutti fatto il callo!).
Voi direte: “sì, ma è l'Italia...si sa che vanno così le cose nel pubblico!”. Ignoranti!
Arrivi in Spagna e la solfa continua: fila di qua, documento di là, firma originale e timbro (FONDAMENTALE, mi raccomando!), un bonifico in banca, un'altra fila (tanto per non perdere l'abitudine) e così via...totale ore di fila maturate al termine dell'esperienza Erasmus: indecifrabile.
L'unica differenza è che quando sei in Italia ti pesa ogni singolo istante di attesa, ti irrita; quando sei in Erasmus potresti starci una settimana intera e tanto il tuo atteggiamento sarebbe quello di prendiamola bene, va così il mondo, noi siamo felici lo stesso!
Ecco, questo è quanto mi è passato davanti agli occhi nell'istante in cui ho letto la mail di cui sopra.
Lo spettro burocratico è di colpo tornato ad incombere sopra la mia vita.
Anche se, a dirla tutta...per quello che è stato, qualche ora di fila e qualche incazzatura...ne è comunque valsa la pena!

giovedì 22 marzo 2012

Quello che resta

Una settimana a Zaragoza, prima che la Ryanair abbandoni la tratta di Ciampino. Cosa resta, ad un mese dal mio adios alla capitale dell'Aragona.
Non sei più Erasmus. La magia di quei giorni è svanita.
Le dinamiche sono pressapoco le stesse ma tu non ne fai più parte: il tuo stato d'animo non è più predisposto, portato a farne parte.
Il bagaglio di esperienze che hai accumulato nei 6 mesi di Erasmus non è altro che questo: un magnifico ricordo, un qualcosa che ti ha profondamente arricchito, che ha ampliato la tua visione del mondo e della gente.
Ma la realtà è che la valigia ormai è chiusa. Occorre, fa piacere, è utile portarla con sé, ma pensare di poterla riaprire e ritrovare come d'incanto tutte le cose in ordine e tornare a viverle, una volta ancora, è solo un'illusione.
E allora ti rendi conto che quello che cercavi da questo ritorno non era più l'Erasmus. Che quello che resta, alla fine della giostra, è il rapporto con poche persone (qualche amico, la tua ragazza) ed è questo ciò che realmente sei venuto a cercare...ciò per cui sei tornato. Ciò che hai ritrovato. Ma con l'Erasmus ha poco o niente a che vedere.
L'Erasmus, volente o nolente, è finito.
Da questa settimana me ne dispiaccio un pò meno.

giovedì 23 febbraio 2012

Mi mancherà

Perugia. 00.06 del 24 Febbraio 2012.

Atterraggio a Ciampino in perfetto orario.
Di ritorno da una cena da "Siro", Torgiano (PG). Antipasto Misto Umbro: affettati (capocollo, quello vero, quello bono!), formaggi (con la marmellata di fichi), frittini, focaccine e frittatina. Pasta: tagliolini guanciale e tartufo. Caffé, espresso (quello vero, quello bono!).
Sono a casa, dopo 6 mesi. Sono felice, senza ombra di dubbio. Risentire al telefono la voce di parenti e amici, ricevere sms di bentornato. Tutto bellissimo.

Ma manca qualcosa...manca tutto.
Manca già e mancherà.


Mi mancherà calle Delicias e la sua musica.
Mi mancherà il buio della rampa delle scale e tutte le volte che ho imprecato per questo.
Mi mancherà arrivare in Facoltà in bici o a piedi, comunque tutto sudato, con la voglia già di tornarmene indietro.

Mi mancherà Manzanilla, la nostra bici.
Mi mancherà Arne, rientrato poco prima di me.
Noe e la disoccupazione che ci aspetta.

Mi mancherà la settimana del Pilares. Un caos, una vita...indescrivibili.
Mi mancherà la puzza della Martinica (incredibile ma vero).
Il mal di pancia dopo la tequila alla Cucaracha.
Il mal di testa dopo la quinta tequila del mercoledì al Mythos.
Sì, mi mancherà la tequila...vero Capo?

Mi mancherà passare intere giornate al computer, al termine delle quali mi son chiesto: "e cosa avrei fatto oggi?".
Mi mancherà l'odore disgustoso di questa città.
Mi mancherà il Cierzo.
Mi mancherà Miguel Servet, la via più lunga del mondo.

Mi mancherà la sidra delle Asturie.
I pintxos di Lizaran a 1€ e 20.
Le papas bravas, il bocadillo ai calamari e, naturalmente, quella salsa favolosa di Montesol.
L'ostello della gioventù che mi ha ospitato agli inizi e davanti al quale sono passato ogni giorno.

Mi mancheranno gli spagnoli e il loro modo di essere: semplici, diretti, a volte volgari ma veri e, soprattutto, vivi.
Mi mancheranno un pò anche i francesi (mai avrei creduto di scrivere una cosa del genere - ecco cos'è l'Erasmus).
Mi mancherà l'orgoglio, nonostante (e grazie) alle diverse vergogne, di essere italiano in mezzo agli stranieri.

Mi mancherà la lampada, sul pavimento, al centro della camera.
Mi mancheranno la balbuzie del Prof. Lozano e la gentilezza del Prof. Tena.
Il Campus San Francisco, il suo parco e le sue panchine scomodissime.

Mi mancheranno i marciapiedi di questa città.
Le strade bagnate di notte dal camion della pulizie.
Le scacchiere di Fernando el Catolico; avrei voluto giocarci ma ho sempre rimandato.
I pappagalli del Parque Grande.

Non mi mancherà la polizia di Zaragoza. Fascisti.
Mi mancherà la bambina dell'appartamento affianco al mio, che piange una notte sì e l'altra pure.

Mi mancheranno le botellines di Ambar e di Heineken.
Le crocchette di Jamon e la pasta del Simply aglio olio e peperoncino: scialuppe di salvataggio in almeno un milione di occasioni.
1 kg de pan, e le sue baguette calde calde.

Il rio Ebro, giallo e basso.
Il Pilar, che dalla sponda nord del fiume è la stella polare della città.

Mi mancherà l'Highlander Scottish, l'entrenador y l'equipo più forte del torneo.
Mi mancherà la montagna di spazzatura e lo sporco: marchi di fabbrica del piso in Domingo Ram.

Mi mancherà Roberta; il discutere e finire puntualmente a litigare, più per sport che per altro.

Mi mancherà finire di cenare alle undici e mezzo.
Uscire a mezzanotte con una busta in mano, con dentro qualcosa di alcolico, in direzione di qualcosa di molto più alcolico.

Mi mancherà quel letto alla spagnola: né una piazza né una piazza e mezzo.

Mi mancherà l'entusiasmo che c'era nell'aria, il primo periodo a Zaragoza.
Mi mancherà quella strana intimità nei rapporti che solo in Erasmus si riesce a creare.

Mi mancherà tutto, di qua.
Scrivere questo blog.
Tutti voi.

E te, naturalmente.

lunedì 20 febbraio 2012

Scrivere, semplicemente

Non so se devo scusarmi, giustificarmi o semplicemente sottolineare il fatto che questi ultimi giorni sto trascurando questo blog. O forse non dovrei fare niente di tutto questo e scrivere, semplicemente.
Il fatto è che da quando ho finito gli esami non so proprio più che pensare. Un misto di sensazioni che vanno dalla classica e purissima gioia post esami, quando senti che tutto va bene, che il mondo ti sorride, che puoi rilassarti come non ti capitava da settimane...alla tristezza, angosciante e frenetica, che non ti fa pensare ad altro che al giorno (molto, sempre più ravvicinato) della tua partenza...passando per l'euforia insensata, la noia di punto in bianco, il non saper che fare una volta tornati. La sensazione di lasciare a metà le cose, i legami che si sono creati. Dirsi continuamente di non voler tornare, ma consolarsi dicendo a se stessi "dai che è stato così bello, così Erasmus, proprio perché è breve e vivi tutto concentrato e al massimo!"...sarà...
Sarà che mi sarebbe piaciuto rimanere altri 6 mesi. Ho la consapevolezza che forse non mi sarei divertito quanto questo primo periodo...ma che di sicuro sarei stato bene. Anche meglio: un nuovo tipo di vita. Meno Erasmus, più Spagna.
Ma niente rimpianti: non poteva essere diversamente, e lo sapevi quando sei partito. 6 mesi, c'è scritto anche nel primo post di questo blog (la cui vita è ,almeno in teoria, agli sgoccioli).
Sono di ritorno da due giorni con Giulia, a Salamanca: la città universitaria per eccellenza (oltre che di conventi, chiese e campanili...). Salamanca batte Zaragoza 3 a 1 (questo il risultato secondo noi). Sulla partita secca non c'è storia, sulla lunga distanza, sull'intero campionato, Zaragoza si è fatta valere e ha ganado la Liga (anche se di certo dissentiranno gli Erasmus di Salamanca e di tutte le altre città del mondo - ogni città, posso azzardare, è la migliore in assoluto per l'Erasmus che la vive).
Stamattina sono andato dove non mi capitava da tempo (ottobre, mas o menos): in coda fuori dalla porta dell'ufficio erasmus di Facoltà. Obiettivo: firma del documento di partenza. C'era troppa fila. Tornerò domani. E sennò dopodomani. E sennò giovedì...e se non ci riesco neanche giovedì mattina...beh, se proprio non volete farmi firmare queste maledette carte, vorrà dire che resterò qui!
[magari].

lunedì 13 febbraio 2012

Post sin gana

Che dire...di ritorno da Jaka, pueblo muy cerca de los Pirineos, tanto frio, svariate cervezas para calentarnos, una ciutadella con le miniature militari delle varie epoche, tre orologi e una lunga dormita in bus (ida y vuelta).
Ah sì, giusto, ho dato gli esami: uno passato, l'altro sto aspettando i risultati.
Poi sì, fatto tre serate di fiesta post examenes.
Che altro...boh.
Nn avrei dovuto cominciare a scrivere, nn avendo voglia di farlo (guarda un pò! scrivo addirittura con le abbrevviazioni del cellulare!! - orrendo!). Ma oramai, è andata.
Chiedo scusa. Sinceramente.

martedì 7 febbraio 2012

Scusi lei, mi boccia o no?

Riporto il testo della mail che ho inviato alla Professoressa di Sociologia Juridica.

"Buenos dias Profesora,
soy un estudiante erasmus que seguio' las clases de sociologia (curso
de la manana) hasta el mes de octubre (mas o menos).
Le explico mi situacion, porque tengo un pequeño problema.
No quiero mas hacer el examen, porque no he podido seguir su curso y
voy a hacerlo en Italia, cuando volvere'.
Pero, de mi facultad en italia, me han dicho que, en la documentacion,
necesito que figure que, por lo menos, me presente' al examen. y esto,
hasta hoy, yo no lo sabia: creia que no era un problema no ir al
examen.
Mi pregunta es: ¿es posible que me señe como suspendido, tambien sin
hacer el examen?
Otro problema es que manana, al mismo horario del examen de Sociologia
tengo un otro examen (Derechos y Libertades), y queria saber hasta que
hora va a durar el examen de Sociologia, para ver si puedo venir en
todo caso.
No se si me explique' bien. Si esta' en la facultad hoy o manana por
la manana, yo queria ir a su dispacho para explicar todo de manera
mejor.

Me disculpo por la molestia,
gracias en todo caso por la disponibilidad,
atentamente,
Francesco Bonaduce"


Chiedo di essere bocciato. Magie della burocrazia Erasmus: hai segnato un esame nel learning agreement ma non puoi/vuoi più darlo? Non puoi non andare all'esame ("è una ipotesi non prevista" - dicono dall'Ufficio Erasmus di Pg). Bubbole, dico io! Intanto, sta figura di m... l'abbiamo fatta e la racconteremo ai posteri: "scusi prof, mi può bocciare?".

P.S. Domani esame di Derechos y Libertades. E allora...sotto con gli esami!